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L’odontoiatria conservativa si occupa di ricostruire denti – o parti di essi – compromessi da lesioni o dalla presenza di carie. La conservativa si pratica in numerosi casi specifici e ha l’obiettivo ultimo di restituire la totale funzionalità e una buona estetica del dente danneggiato.
La carie è una delle cause più comuni che rendono necessario ricorrere alle cure odontoiatriche, ed è una problematica indipendente dall’età del paziente. Le fratture del dente, siano esse minime o importanti, sono legate molto spesso a traumi accidentali. Un dente, o una sua porzione, può rompersi in diverse circostanze; talvolta anche gli interventi odontoiatrici invasivi possono causare una fragilità del dente, come ad esempio la terapia canalare.

La terapia estrattiva rappresenta l’ultimo stadio di intervento. Vi si ricorrere qualora ci si accorga che non è possibile operare in altro modo, oppure quando i vantaggi dell’estrazione dentale superano i benefici del mantenimento in sede.

Il fattore estetico è un aspetto dell’odontoiatria conservativa che non può e non deve essere trascurato. Anche nel trattamento di una semplice carie, è molto importante considerare il risultato estetico tanto quanto quello funzionale. Questo carattere diventa ancora più importante quando i denti più visibili sono l’oggetto di intervento. È proprio per questa ragione che, a seguito della rimozione, è opportuno scegliere accuratamente il materiale più adatto per colmare la cavità lasciata dalla carie appena trattata.

Odontoiatria conservativa: quali sono le fasi di intervento in caso di carie?

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Intervenire su una carie è un processo estremamente comune.

Il primo passo da compiere consiste nell’anestetizzare il dente, al fine di evitare al paziente qualsiasi tipo di dolore durante l’intervento. Capita spesso che la carie si presenti molto superficialmente, rendendo in questo caso possibile intervenire anche senza servirsi dell’anestesia. Qualora risulti necessario, è possibile ricorrere all’anestetico anche in un secondo momento.

La seconda fare dell’intervento consiste nella rimozione meccanica di tutto il tessuto dentale danneggiato. Per farlo si ricorre ad appositi strumenti motorizzati rotanti e manuali. In questa fase, qualora ci si rendesse conto che la carie è arrivata ad aggredire lo strato più interno del dente (la polpa dentale), potrebbe rendersi necessario un intervento di devitalizzazione.

Dopo aver rimosso completamente la dentina cariata, si procede con la terza e ultima fase dell’intervento, ovvero l’otturazione del dente. Le pareti di smalto mancanti vengono ricostruite mediante l’utilizzo di particolari resine sintetiche, le quali garantiscono un ottimo risultato funzionale ed estetico.

Il dente ricostruito viene modellato e rifinito al fine di conferirgli un aspetto naturale, in tutto e per tutto simile agli altri.

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